E fu l’estate degli abbracci
degli abbandoni
dei violini e dei sassi
e di quel caldo
che non passava mai.
Ignaro il tempo
fermo a un crocevia rimbalzava
dall’ azzurro
dentro specchi di tempesta
tra fiochi raggi di sole.
Ora
lenta è la stagione dell’inverno,
ma io so che nelle notti chiare
per me in misteriosi approdi
la luna ricama ancora
alfabeti d’amore.