
Dissolvenze
Dal folto delle paure rubo lo sguardo all’aurora, non più condannata allo specchio di ieri. Cambia la scena, assenze e memorie tacciono, piccole foglie svelano il colore inatteso di una manciata di luce.

Estate
La fronte brucia sotto la larga tesa del cappello, gli occhiali scuciono decine di sguardi. Pensieri liberi, di un fiorire tutto mio. Soltanto il vento penetra fra i capelli e mi trascina lontano verso correnti in piena.

Fuorigioco
Tutto pagato. Senza sconti di pena mi chiamo fuori come un animale che fugge, che osserva il temporale da lontano. Avvezza alla perdita nel tamponare il tempo ripasso la sequenza, per sopravvivere al presente. Senza rimpianti chiedo al gioco di escludermi, lontana da tutto ciò che mi aveva annientata.

Chiodi
La luce è spenta.Angusto è il cammino dell’uomolontano dal raggio del cieloche piove sui campi di erbaccementre soffiano venti di guerra.Sulla nuda terrail Cristo siede in disparte,sorride,tende le mani trafitte dai chiodi.Speranza lambisce gli occhi,sospinge l’anima oltre la vita.Vestito di stracci,il mattino leva al cielo le braccia fiorite.

Selfie
Non ricordo il giorno in cui mi sono rotta. Troppo a lungo ho vissuto ciò che non esiste. Tra antichi istanti sto, dietro la lavagna, come un orologio che ha smesso di funzionare.

Gente in fuga
Ricorda come sei venuto uomo, senza frontiere, bussole né distinzioni. Seduto sullo scoglio inventi nemici che chiami col colore della pelle, scagli macigni dal fortino ristretto della mente. Gente in fuga lasciata in mare ad affogare, carni bruciate speranze affondate e quel sandalino rosso che l’onda porta via.

Inchiostro
Inchiostro brividi chiari, pacatezza nei pensieri foglie essiccate su pentagrammi di note e rime mentre le nuvole bisbigliano sospese con sfacciata indifferenza. Inchiostro, sguardo chino tiepida pioggia estiva, sola scrivo le mie parole con lo sguardo rivolto all’infinito.

Ogni notte
Ogni notte fra brusii di ali e piume la luce aspetta di ritornare. Sto sulla porta, al cieco avanzare del tempo cullo ancora la luna. La strada si è fatta corta, schiocchi di vento scuotono la certezza che non c’è.

La casa
È un guscio in cui mi nascondo. Sull’asse dei ricordi fioriscono essenze profumate. Da una porta, un taglio di luce bianca assolve il cuore. Rumoreggiano attimi. Voci in fuga, intermittenza di suoni e volti. Cassetti chiusi. Palcoscenici perduti dove si è stati felici.

Cenerentola
E venne il tempo della resa. L’abito posato sulla sedia. Si avvolse tra le stanze e i ricordi fingendosi assente. Non più sogni da calzare nel disadorno rilucere delle stelle.
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