Sbircio’ la luce
di un tempo inventato
dalle tasche bucate,
respirando il silenzio
per paura
che anche l’aria
potesse sentirlo.
Urlò d’un tratto
e sparì
sotto il manto delle more.
Venne poi la neve
le orme nascoste sotto le foglie,
le mani infreddolite
nelle tasche vuote.
Aver timore della solitudine non aiuta a non conoscerla…profonda bella poesia, complimenti.
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Grazie della visita Elisa
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Che bella!
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Grazie di cuore
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