Dolce il ricordo
di assolati meriggi
grida di bimbi nell’aria fiorita,
quando il futuro era ancora lontano.
Restavo indietro col cuore in gola
le piccole mani serrate al manubrio
le gote arrossate
le trecce sempre troppo corte.
Dipingevo l’attesa
fra i rami ancora spogli
immaginando la vita
con occhi sinceri.
Ora guardami amore
contemplare la luce alla tua finestra
le sere d’autunno
sulla mia bicicletta
mentre
appesa al vuoto del destino
in balia dei sogni
raccolgo frammenti di te.